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Come sarà il ruolo del CIO nel 2028?

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7 ago 202511 minuti
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L’emergere dell’AI segna un punto di svolta nell’evoluzione della posizione dei dirigenti tecnologici di alto livello, con maggiori responsabilità strategiche e prospettive di crescita professionale per coloro che accettano la sfida portata dal cambiamento.

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Credito: Shutterstock

L’economia digitale di oggi si evolve sull’intelligenza artificiale di domani, sullo sfondo di una rivoluzione del mondo del lavoro e delle imprese. Nel giro di pochi anni, l’AI trasformerà le aziende, gli organigrammi e i ruoli. E la posizione del Chief Information Officer non farà eccezione.

In effetti, alcuni leader IT stanno già assistendo a dei cambiamenti importanti. E mentre alcuni di essi vedranno più cambiamenti di altri nelle loro aziende, nei loro settori e nei loro ruoli, ciò che i CIO fanno e come lo fanno cambierà inevitabilmente a causa della tecnologia più dirompente degli ultimi anni.

“Si assisterà a cambiamenti modesti in alcune aziende e a cambiamenti massicci in altre, e questo dipenderà dalla velocità di adozione dell’intelligenza artificiale. Quando quest’ultima viene adottata, solitamente si vedono molti cambiamenti”, osserva Vijay Gurbaxani [in inglese], direttore del Center for Digital Transformation della Paul Merage School of Business dell’Università della California, a Irvine.

Indipendentemente dal ritmo del cambiamento, Gurbaxani – e come lui molti altri – sostengono che il ruolo del Chief Information Officer continuerà ad evolversi e questo manager del futuro dovrà essere più strategico, più esperto dal punto di vista tecnico e più visionario che mai. Il CIO del futuro dovrà anche affrontare nuove responsabilità, oltre a quelle già esistenti. Di conseguenza, molti vedranno cambiare il proprio titolo e la propria posizione nell’organigramma aziendale.

Con tutto ciò che ci si aspetta nei prossimi anni, i leader IT di oggi, e chi aspira a diventarlo, dovrebbero sviluppare la propria capacità di avere un impatto significativo.

“Si tratta di un’opportunità di rinascita per questo ruolo”, spiega Kristen Lamoreaux [in inglese], presidente e CEO di Lamoreaux Search. “Sono più preparati di qualsiasi altra figura professionale per avere un impatto non solo sul business, ma sul mondo intero”.

Cambiamenti in atto e altri in arrivo

Questa metamorfosi è già iniziata, poiché il ruolo del CIO, una posizione in continua evoluzione fin dalla sua nascita negli anni ‘80, continua a evolversi.

Secondo il sondaggio 2025 State of the CIO Survey [in inglese] di CIO.com, tre quarti dei leader IT stanno già collaborando strettamente con i leader delle linee di business (LOB) sulle applicazioni di intelligenza artificiale, mentre il 71% dichiara che il reparto IT sta promuovendo l’adozione della tecnologia nelle unità aziendali. Inoltre, tre quarti dei leader tech intervistati prevede di essere ancora più coinvolti nell’intelligenza artificiale e nell’apprendimento automatico nel corso del prossimo anno.

Il sondaggio ha, inoltre, rilevato che una percentuale crescente di CIO sta passando da un ruolo di leader funzionale a uno trasformativo e persino strategico: mentre il 41% si considera cruciale oggi, il 52% dichiara di aspettarsi che il proprio ruolo lo diventi nei prossimi tre-cinque anni.

Strategia, visione e competenze tecniche in aumento

Il lavoro strategico è ormai familiare a molti CIO, poiché una buona percentuale dei leader IT oggi collabora con i propri colleghi dirigenti per ripensare i flussi di lavoro e i processi [in inglese] utilizzando la tecnologia, dice Gordon Wong [in inglese], senior partner e leader dell’operation excellence practice di West Monroe, un’azienda di servizi digitali.

Ma Wong intravede all’orizzonte un ruolo diverso, con i CIO sempre più considerati come i visionari dell’azienda. Ci si aspetterà da loro che guardino oltre, che immaginino approcci innovativi e determinino come realizzarli.

“Saranno valutati in base alle loro prospettive e alla loro capacità di stare al passo con il mercato”, aggiunge.

Allo stesso modo, nei prossimi anni, una percentuale maggiore di Chief Information Officer sarà valutata in base alla capacità di soddisfare le esigenze dei clienti e di ottenere risultati positivi per l’azienda, dice Gordon.

Per avere successo come CIO nel 2028, secondo Lamoreaux, questi manager dovranno essere veri tecnologi, ribaltando una scuola di pensiero che negli ultimi anni ha promosso l’idea che un background tecnologico non fosse essenziale per i leader IT.

“Il pendolo sta tornando indietro verso la necessità di maggiori competenze tecnologiche”, poiché tale ruolo deve comprendere a fondo l’intelligenza artificiale, il quantum computing e qualsiasi nuova tecnologia, in modo da sfruttarne il potenziale e reinventare ciò che le loro imprese offrono e il modo in cui il lavoro viene svolto, tiene a precisare Lamoreaux. “Devono essere in grado di dare vita alle capacità e alle possibilità della tecnologia”, spiega.

Inoltre, Lamoreaux prevede che nel 2028 i Chief Information Officer manterranno la piena responsabilità dell’infrastruttura IT, insieme ai relativi costi e all’affidabilità, che naturalmente sono stati al centro del loro ruolo fin dall’inizio. Tuttavia, sottolinea come il compito sarà più complesso nei prossimi anni, poiché i leader tecnologici dovranno garantire di disporre dell’infrastruttura adeguata per supportare le capacità in continua espansione dell’AI e l’energia necessaria per alimentarla. “Dovranno comprendere l’ecosistema: la tecnologia, la potenza, l’impatto ambientale”, sottolinea.

I CIO del 2028 manterranno anche la responsabilità della sicurezza informatica, aggiunge Lamoreaux, anche se questo lavoro diventerà più complesso rispetto a oggi, poiché gli hacker padroneggeranno l’intelligenza artificiale [in inglese] per orchestrare attacchi e la tecnologia quantistica [in inglese] per sbloccare archivi di dati crittografati.

I CIO esprimono la loro opinione sul futuro del ruolo

Gli stessi Chief Information Officer vedono tendenze simili.

“Entro il 2028, saranno meno tecnici di back-office e più architetti di modelli di business”, nota Shamin Mohammad [in inglese], vice president esecutivo e chief information and technology officer di CarMax. “Il ruolo sarà definito da tre imperativi: guidare la crescita attraverso l’innovazione digitale, orchestrare l’agilità aziendale e integrare l’intelligenza artificiale nel tessuto di ogni funzione”.

Mohammad osserva che questa figura avrà bisogno di “talenti e team forti che lavorino in tutta l’azienda e collaborino in modo sinergico con altri leader senior per tradurre in realtà la strategia aziendale”.

Inoltre, “il CIO del 2028 dovrà guidare con una mentalità orientata al prodotto, costruire piattaforme scalabili e coltivare una cultura della reinvenzione continua”. Proprio quest’ultima sarà un elemento chiave del lavoro del CIO nei prossimi anni, rileva Lou DiLorenzo Jr. [in inglese], direttore and national US CIO program leader, nonché responsabile della strategia per l’AI e i dati di Deloitte Consulting.

L’intelligenza artificiale richiederà alle aziende di ripensare tutti i loro processi, i loro flussi di lavoro e le loro opportunità, non solo di ottimizzarli o riprogettarli, spiega.

“Questa nuova capacità ha dimostrato che possiamo ridefinire come, dove e da chi viene svolto il lavoro. Ed è il ruolo del CIO che deve affrontare questo tema, perché si trova nella posizione migliore per fare da catalizzatore a questa conversazione”, aggiunge.

Per farlo, i manager IT devono sapere molto di più di come l’azienda guadagna, riconosce; devono sapere dove si svolge la maggior parte del lavoro, immaginare come l’intelligenza artificiale, che sia classica, generativa o agentica, possa reinventare quel lavoro, concentrarsi o persino ridefinire il risultato e suscitare l’entusiasmo delle persone, sostiene DiLorenzo.

“Devono sapere chi svolge il lavoro, come lo svolge oggi e come possiamo ripensarlo per ottenere risultati nettamente diversi domani“, precisa.

Craig A. Cuyar [in inglese], senior vice president e CIO globale di Omnicom Group, vede il CIO del 2028 come ”un ruolo strategico aziendale ampio responsabile dei fattori che generano ricavi” e prevede che avrà più lavoro in materia di governance ed etica [in inglese], poiché il crescente utilizzo dell’AI crea nuove opportunità e sfide.

Cuyar ritiene, inoltre, che il CIO dovrà “inculcare una cultura dell’intelligenza artificiale in azienda”, comprenderne le implicazioni e garantire che il suo utilizzo soddisfi i requisiti normativi in tutto il mondo, rendendo necessaria una consapevolezza geopolitica globale.

Inoltre, sarà un leader nell’uso dell’AI per trasformare le IT operation, oltre che nel modo di svolgere il proprio lavoro, riflette Alberto Silveira [in inglese], CTO di Hirevue, il quale ritiene che tutto questo consentirà ai leader tecnologici di dedicare più tempo al lavoro strategico, poiché l’intelligenza artificiale si occuperà dei compiti tattici, come la gestione del budget, la creazione di previsioni e la redazione di business case.

Mieko Shibata [in inglese], CIO di R&T Deposit Solutions, ha una visione simile sul futuro di questo ruolo.

“Sebbene le responsabilità fondamentali come le operation, la conformità normativa e la supervisione dei fornitori rimarranno essenziali, i Chief Information Officer dovranno assumersi responsabilità più ampie in materia di trasformazione aziendale, sviluppo strategico dei prodotti e generazione di ricavi”, fa notare Shibata, che vede il ruolo evolversi in una posizione di leadership interfunzionale che “non solo supporta, ma guida anche attivamente la crescita del business, l’innovazione e la produttività. Per farlo in modo efficace, i manager preposti dovranno essere profondamente allineati con la direzione strategica della loro impresa e avere un forte senso degli affari oltre alle competenze tecniche”, afferma.

Per farlo, aggiunge, “dovranno avere una padronanza dei dati e dell’intelligenza artificiale, guidare la trasformazione culturale e organizzativa e concentrarsi sui ricavi e nell’impatto sui clienti”.

Tutto ciò, osserva, “richiederà nuove capacità e un’influenza che vanno ben oltre le tradizionali competenze IT”.

Verso una leadership trasformazionale

Shibata ritiene che, per avere successo nel 2028, i CIO dovranno possedere una solida conoscenza del business, un acume commerciale e la capacità di tradurre gli investimenti tecnologici in valore aziendale. Si aspetta che “le capacità di leadership, comunicazione e collaborazione saranno più importanti che mai”.

“Queste figure devono anche essere trasformazionali, in grado di unire i team attorno a una visione condivisa e promuovere l’innovazione tra generazioni e culture diverse. Sarà essenziale una mentalità orientata ai dati, soprattutto nello sfruttamento dell’AI/ML per opportunità operative e commerciali“, aggiunge.

Nel frattempo, Shibata prevede che “alcune competenze tecniche pratiche potrebbero diventare meno centrali a livello dirigenziale, anche perché i CIO delegano i dettagli operativi ai CTO o agli architetti IT. Tuttavia, la comprensione delle tecnologie emergenti e della loro applicazione aziendale rimarrà fondamentale e il cambiamento non riguarderà tanto la perdita di competenze quanto l’espansione in ambiti strategici e di leadership”.

Altri prevedono che l’evoluzione del ruolo avrà un impatto sull’organigramma aziendale e sulla posizione al suo interno, anche se non c’è consenso su come ciò avverrà.

Per Shibata, per esempio, via via che i CIO diventeranno più strategici, ci sarà una maggiore necessità di leader di secondo livello forti, come CTO, Chief Architect o responsabili della sicurezza IT, per garantire l’eccellenza operativa.

Michael Goldberg [in inglese], vice president delle partnership strategiche di Harvey Nash, una società di reclutamento e outsourcing IT, fa osservazioni simili, affermando che “man mano che il ruolo del CIO diventa più incentrato sulla strategia e sull’impatto sul business, ci sarà bisogno di nuovi ruoli sottostanti per gestire le responsabilità più tecniche e quotidiane. Non credo che il titolo di CIO scomparirà, ma probabilmente vedremo più aziende aggiungere ruoli come quello di Chief AI Officer o di qualcuno che si occupi della trasformazione per supportare questo cambiamento”.

Nel frattempo, Wong di West Monroe prevede che le responsabilità del CIO e del COO diventeranno sempre più sfumate, con entrambi responsabili di garantire che l’azienda operi nel modo più efficiente possibile. Alcuni ritengono che i due ruoli potrebbero fondersi.

Altri vedono il ruolo e il titolo di Chief Information Officer adattarsi all’espansione delle [in inglese] responsabilità, con un numero crescente di manager della categoria che diventeranno Chief Information and Digital Officer, Chief Information and Technology Officer o Chief Information and AI Officer.

Shibata preferisce il titolo di Chief Innovation Officer, concludendo che “riflette già in modo più accurato ciò che fanno molti CIO”.

Mary K. Pratt

Mary K. Pratt is a freelance writer based in Massachusetts. She worked for nearly a decade as a staff reporter and editor at various newspapers and has covered a wide range of topics over the years. Her work has appeared on the Wall Street Journal, the Boston Globe, the Boston Business Journal, and the MIT Technology Review among other publications. Today Mary reports mostly on enterprise IT and cybersecurity strategy and management, with most of her work appearing in CIO, CSO, and TechTarget.

Mary won a 2025 AZBEE award for her government coverage on CIO.com.

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