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Le 10 tecnologie più sopravvalutate nell’IT di oggi

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24 lug 202514 minuti

I CIO non sono immuni dall’infatuazione per le promesse delle tecnologie emergenti. In questo articolo, i leader e gli analisti IT condividono le tecnologie che, secondo loro, sono destinate a deludere le aspettative.

Credito: Shutterstock

Come qualsiasi CIO potrà confermare, il ritmo del cambiamento tecnologico è in aumento da anni.

Il risultato è stato un susseguirsi di tecnologie nuove e rivoluzionarie che hanno rapidamente invaso il mercato e di miglioramenti quasi costanti alle tecnologie esistenti.

Con l’intelligenza artificiale e la robotica che stanno diventando mainstream a un ritmo vertiginoso e il quantum computing che si avvicina all’uso commerciale, è facile lasciarsi entusiasmare da tutti questi progressi.

Tuttavia, i CIO sostengono che molte tecnologie non stanno offrendo i vantaggi attesi, almeno non ancora. Si tratta di una tendenza tipica, in cui le aspettative nei confronti di una tecnologia superano ciò che essa è effettivamente in grado di offrire al momento. L’Hype Cycle di Gartner definisce questa fase “picco delle aspettative esagerate”, che si verifica proprio prima che subentri la disillusione.

“Ogni tecnologia innovativa offre un potenziale. Questo potenziale è circondato da un entusiasmo iniziale che accompagna la tecnologia durante il suo ciclo di maturità, le prime applicazioni, lo sviluppo tecnico, gli errori, la misurazione del ritorno sull’investimento e, infine, l’adozione su larga scala e l’integrazione nei processi aziendali”, commenta Karen Campbell [in inglese], CIO dello studio legale Foley Hoag, sottolineando che si tratta della sua opinione personale e non di quella dell’azienda per la quale lavora.

I CIO, in tutto questo, sono solitamente in prima linea, coinvolti nell’entusiasmo o alle prese con la gestione delle aspettative quando i piani sperati superano la realtà.

“È importante adottare una prospettiva realistica delle capacità della tecnologia, bilanciata con le sfumature”, tiene a precisare Campbell.

Molti fattori contribuiscono alle aspettative gonfiate. Alcune tecnologie raggiungono uno stato di iper-hype quando le loro capacità effettive non sono all’altezza di ciò che gli utenti si aspettano. Altre raggiungono tale livello quando richiedono troppo tempo, impegno e denaro per funzionare al massimo delle loro potenzialità.

Abbiamo, quindi, chiesto ai leader IT che cosa pensano delle tecnologie più sopravvalutate oggi e questo è ciò che ci hanno risposto.

1. L’AI generativa

I CIO citano ancora una volta la GenAI come tecnologia sopravvalutata, rendendola per il terzo anno consecutivo presente in questa lista.

Quasi tutte le fonti concordano nel ritenere che le aspettative sull’AI generativa superino ciò che la tecnologia è effettivamente in grado di fare, e di fare bene, a questo punto.

Campbell cita le sfide legate al suo utilizzo nel suo campo come esempio calzante, osservando che “la preoccupazione specifica relativa alla sostituzione su larga scala degli avvocati con tecnologie di AI generativa è oggi esagerata, dato lo stato attuale delle capacità tecniche”.

“La GenAI ha un potenziale significativo per le operation aziendali e per i servizi potenziati relativi alla pratica legale”, afferma. “Esistono opportunità per migliorare la produttività, i processi operativi e quelli relativi alla pratica, nonché per migliorare i risultati e la customer experience. Esistono ulteriori opportunità per esplorare nuovi percorsi di reddito e opportunità di riduzione dei costi operativi attraverso l’automazione. Tuttavia, lo stato attuale della tecnologia utilizzata nel settore legale presenta ancora alcune difficoltà e rimangono dubbi sull’accuratezza dei risultati e sul tempo che i professionisti legali e aziendali devono investire per verificare e bilanciare i risultati con la loro esperienza”.

Con quasi nove progetti pilota di generative AI su dieci che non riescono a raggiungere la fase di produzione [in inglese], secondo la società di ricerca IDC, non c’è da stupirsi che i CIO stiano sempre più ridefinendo le loro strategie sulla GenAI a favore di soluzioni pratiche [in inglese] piuttosto che sperimentali. Tuttavia, la mancanza di metriche di successo [in inglese] continua a pesare sui risultati e lo stato attuale della tecnologia sta iniziando a smorzare le aspettative.

2. L’Agentic AI

Altri sostengono che anche l’Agentic AI sia sopravvalutata e citano molte delle stesse ragioni addotte da Campbell per inserire l’AI generativa in questo elenco.

Dhaval Moogimane [in inglese], responsabile del settore high-tech e software presso West Monroe, una società di servizi digitali, su questa tecnologia dichiara: “Penso che l’intelligenza artificiale agentica sia trasformativa, ma ci vorrà più tempo di quanto si pensi perché gli agenti possano lavorare tra di loro. Assisteremo a molte innovazioni da parte delle aziende tecnologiche e dei fornitori di software, ma il mondo in cui gli agent lavorano senza l’intervento umano è più lontano di quanto previsto”.

Non è l’unico a pensarla così.

Nel giugno 2025, la società di ricerca Gartner ha previsto che oltre il 40% dei progetti di AI agentica sarà cancellato [in inglese] entro la fine del 2027, “a causa dell’aumento dei costi, del valore commerciale poco chiaro o dei controlli dei rischi inadeguati”.

“La maggior parte dei progetti attualmente in corso sono esperimenti in fase iniziale o prove di concetto, per lo più guidati dall’entusiasmo e spesso applicati in modo errato”, dichiara Anushree Verma [in inglese], analista senior di Gartner, in un comunicato stampa relativo alle previsioni della società. “Questo può impedire alle imprese di vedere i costi reali e la complessità dell’implementazione degli agenti su larga scala, bloccando il passaggio dei progetti alla fase di produzione. È necessario andare oltre l’entusiasmo per prendere decisioni strategiche e oculate su dove e su come applicare questa tecnologia emergente”.

Inoltre, nello stesso comunicato, Gartner sostiene che “molti fornitori stanno contribuendo all’entusiasmo eccessivo impegnandosi in un ‘agent washing’, ovvero il rebranding di prodotti esistenti, come assistenti AI, automazione dei processi robotici (RPA) e chatbot, senza capacità agentiche sostanziali” e “stima che solo circa 130 dei migliaia di fornitori di agentic AI siano reali”.

Ciò che non aiuta è la mancanza di una definizione standard [in inglese] di cosa costituisca un agente AI. I CIO dovranno imparare come questi ultimi differiscano dall’AI agentica [in inglese], nonché come determinare se un processo aziendale è un candidato valido per l’agentic AI [in inglese] al fine di sfruttare al meglio i primi casi d’uso promettenti [in inglese].

3. I dipendenti digitali

Su una nota correlata, Yugal Joshi [in inglese], partner della società di ricerca e consulenza Everest Group, considera i dipendenti digitali una tecnologia sopravvalutata.

“Stiamo facendo un enorme atto di fede definendo semplici agenti, che sono chatbot o agenti di flusso di lavoro avvolti in LLM, come dipendenti digitali. Sebbene il concetto abbia dei meriti e sia rivoluzionario, siamo lontani dall’ottenere un vero dipendente digitale. Allo stesso modo, anche gli agenti generici sono stati oggetto di grande entusiasmo. Questi dovrebbero svolgere diversi tipi di compiti con autonomia e indipendenza. Tuttavia, attualmente disponiamo di agenti specifici per determinati compiti e sembra che il settore si stia muovendo in questa direzione. Gli agenti generici saranno più dei coordinatori multipli che degli agenti autonomi”.

Pertanto, mentre Microsoft ha recentemente previsto che i dipendenti digitali sotto forma di agenti di AI rivoluzioneranno presto gli organigrammi aziendali [in inglese], annunciando il nuovo ruolo di “agente capo” incaricato di supervisionare team composti da persone e dipendenti digitali dotati intelligenza artificiale, tale futuro è probabilmente più lontano di quanto si pensi.

4. L’AIOps e l’osservabilità

Si tratta di un’altra novità nel campo dell’AI che fa il suo debutto nella lista di quest’anno. L’AIOps [in inglese] è una disciplina emergente in cui i sistemi di intelligenza artificiale non solo aiutano a identificare i problemi dell’infrastruttura operativa, ma reagiscono anche in modo intelligente agli eventi, al fine di mitigarli.

“La promessa dell’AIOps combinata con l’osservabilità che esegue operazioni auto-mitigate attraverso migliori collegamenti e approfondimenti dei dati non si è concretizzata”, osserva Joshi. “Il sovraccarico di rumore proveniente da questi strumenti, combinato con una telemetria irrilevante, ha rappresentato un grosso ostacolo. È stato dedicato molto tempo alla classificazione e alla comprensione, piuttosto che alla risposta alle esigenze aziendali. Con l’esplosione degli agenti AI, queste piattaforme copriranno anche l’osservabilità degli agenti, il che può rendere le cose ancora più difficili”.

5. L’AI, in generale

Alcuni inseriscono l’intelligenza artificiale, in generale, tra le tecnologie sopravvalutate.

Come nel caso di quella generica, i leader tecnologici ritengono che l’AI, in generale, meriti questa definizione perché le aspettative stanno superando la realtà.

“Ci sono così tante informazioni errate e fraintese in circolazione che l’AI è finita nella mia lista delle tecnologie sopravvalutate”, dice Drew DeNardo [in inglese], che in qualità di CTO supervisiona le operazioni IT dell’azienda di assistenza sanitaria virtuale JOGO Health. “Sì, è una tecnologia molto trasformativa, ma le persone pensano che risolverà magicamente tutti i loro problemi. Pensano di poter inserirla nell’ecosistema e che tutti i problemi dell’azienda saranno risolti”.

I leader tecnologici sanno che la realtà è molto diversa, sottolinea. “È necessario essere riflessivi e ponderati, e le aziende che utilizzano l’intelligenza artificiale per potenziare, integrare, responsabilizzare e rendere più produttivi i propri team sono quelle che avranno successo, mentre chi pensa di poter utilizzarla per ridurre il personale, sta fallendo clamorosamente”.

Tuttavia, l’AI sta iniziando a ridefinire il panorama lavorativo [in inglese], con i consigli di amministrazione delle aziende che spingono sempre più i CEO a ridurre la forza lavoro a suo favore [in inglese].

6. Il quantum computing

Sì, i leader IT riconoscono il potenziale del quantum computing, che utilizza i principi della meccanica quantistica per eseguire calcoli e, di conseguenza, è esponenzialmente più veloce e potente rispetto all’attuale classe di computer.

Tuttavia, dicono anche che si tratta di una tecnologia più lontana nel futuro di quanto suggerisca l’hype, finendo così anche quest’anno in questa lista.

“Abbiamo fatto grandi passi avanti, ma non saremo influenzati in modo significativo dal quantum computing nel breve termine”, avverte Brendan Arbuckle [in inglese], CIO di The Jackson Laboratories.

Detto questo, come altri leader tecnologici, Arbuckle intravede all’orizzonte importanti progressi nel campo quantistico e ritiene che i CIO debbano pianificare un mondo post-quantistico [in inglese], soprattutto per quanto riguarda la crittografia. Tuttavia, non ritiene necessario elaborare piani concreti per l’utilizzo del quantum computing nei flussi di lavoro aziendali nei prossimi anni.

7. Il metaverso, l’AR/VR/XR e lo spatial computing

Si tratta di un’altra categoria di tecnologia che compare ripetutamente nell’elenco annuale delle più sopravvalutate.

Gli analisti e i leader IT concordano sul fatto che le aspettative sullo spatial computing, che si tratti di realtà aumentata, realtà virtuale, realtà estesa o metaverso, continuano a superare il suo valore nonostante i progressi compiuti negli ultimi anni.

“Il metaverso, la spatial technology, l’AR/VR: nessuna di queste tecnologie ha davvero preso piede”, indica Moogimane di West Monroe.

Tuttavia, non sta sottovalutando completamente il loro valore: come nel caso degli altri casi che, attualmente, sono considerati overhyped, lo spatial computing ha un enorme potenziale, ma richiederà molto tempo e investimenti affinché si possano sfruttare i vantaggi che avrà sempre più da offrire.

“Qualsiasi cambiamento tecnologico importante che richiede un’evoluzione del modo di lavorare, forme di coinvolgimento e processi diversi, necessità di più tempo perché venga adottato dalle persone”, sostiene Moogimane. “Penso, quindi, che le aspettative per questa tecnologia siano giuste, ma ci vorrà più tempo del previsto per arrivare a quel punto”.

Joshi di Everest Group ha un’opinione simile e cita specificamente il metaverso industriale come esempio di tecnologia sopravvalutata.

“Le promesse sono state superiori alle reali implementazioni”, puntualizza.

Il manager ritiene che esistano casi d’uso concreti, come la progettazione e la manutenzione degli stabilimenti produttivi, con gemelli digitali di dispositivi di fascia alta, e la formazione. Tuttavia, le sfide relative ai costi dell’infrastruttura, alla formazione del personale, all’interoperabilità e alla scarsa UX ne hanno ostacolato l’adozione.

8. Il multicloud

Molti CIO adottano il multicloud ma, secondo Joshi, in pochi stanno ottenendo tutti i vantaggi promessi da questa strategia “sulla nuvola”.

“L’obiettivo [aziendale] di avere carichi di lavoro interoperabili e sincronizzati in modo uniforme per i multicloud che consentano di affrontare il vendor lock-in non ha funzionato”, dice. “La maggior parte delle imprese utilizza il multicloud, ma raramente cambia fornitore di servizi cloud. Inoltre, non sempre garantisce l’interoperabilità dei carichi di lavoro tra piattaforme diverse”.

Quindi, mentre i CIO perseguono in modo più convinto le strategie multicloud e, in precedenza, molti si erano trovati in questa situazione quasi per caso, l’interoperabilità e altre questioni-chiave stanno aggiungendo complessità al calcolo [in inglese].

9. La mobilità elettrica

Certo, non si tratta di una tecnologia con cui i CIO hanno solitamente a che fare, ma alcuni di loro la inseriscono comunque nella lista delle tecnologie più sopravvalutate.

Chris Grebisz [in inglese], CIO dell’azienda tecnologica Welocalize, è uno di questi. Ha raccontato di aver dovuto capire come mettere la sua Tesla in folle quando l’ha portata all’autolavaggio per la prima volta, affermando che con i veicoli elettrici è necessario reimparare azioni di routine.

E mentre lo fa, scopre che l’interfaccia utente non è così intuitiva come decantato.

“È come passare da 30 anni di guida di un’auto a qualcosa di simile a un iPad, e io sono un tecnico”, dichiara. “Bisogna capire tutto e sono dovuto andare a leggere il manuale”.

Grebisz ora considera la sua Tesla un “mezzo di trasporto” piuttosto che un’auto, e che necessita di un cambiamento di mentalità che aiuti nella gestione del cambiamento necessario quando si passa da una vettura convenzionale a un veicolo elettrico.

Osserva, inoltre, che si è trattato di un cambiamento radicale, suggerendo che i veri nativi digitali potrebbero trovare più facile questo passaggio.

L’esperienza gli ha anche permesso di comprendere come si sentono i lavoratori quando una tecnologia rivoluziona flussi di lavoro consolidati.

“Sono rimasto davvero sorpreso dalla mia esperienza. Pensavo sarebbe stato molto più facile”, aggiunge.

10. L’energia verde

David Williamson [in inglese], CIO di Abzena, un’azienda che opera nel settore della life science, si spinge ancora più in là e inserisce l’energia verde nella categoria delle tecnologie sopravvalutate.

Per essere chiari: non è contrario. Anzi, anche lui possiede una Tesla e utilizza l’energia solare per la sua casa.

Sono proprio le esperienze personali che lo hanno portato a concludere che l’energia verde non è la soluzione miracolosa che alcuni promettono. Per cominciare, come Grebisz, ha scoperto che guidare la sua auto elettrica richiede un periodo di apprendimento.

“La mia lamentela principale è che cambiano continuamente l’interfaccia utente”, chiarisce, aggiungendo di aver “guardato molti video per capire come funziona l’auto”.

Ha anche scoperto che sia il caldo che il freddo consumano la batteria, “quindi pensi di avere una certa autonomia, ma non è così”.

Ha avuto un’esperienza simile con i pannelli solari, notando che “le promesse e la realtà sono diverse”.

Si sporcano e poi perdono efficienza, quindi devono essere puliti. Inoltre, la differenza tra le prestazioni estive e invernali è significativa.

E poi ci sono i costi imprevisti: Williamson ha spiegato di aver dovuto pagare per collegarsi alla rete e che gli viene ancora addebitato un costo di delivery.

Il manager cnclude che queste esperienze gli ricordano che “sottovalutiamo l’impatto della tecnologia sull’individuo” e che “ci sono aspetti delle tecnologie che non vengono discussi a sufficienza”.

Mary K. Pratt

Mary K. Pratt is a freelance writer based in Massachusetts. She worked for nearly a decade as a staff reporter and editor at various newspapers and has covered a wide range of topics over the years. Her work has appeared on the Wall Street Journal, the Boston Globe, the Boston Business Journal, and the MIT Technology Review among other publications. Today Mary reports mostly on enterprise IT and cybersecurity strategy and management, with most of her work appearing in CIO, CSO, and TechTarget.

Mary won a 2025 AZBEE award for her government coverage on CIO.com.

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